Vangelo secondo Matteo 23:1-39

23  Allora Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli, dicendo:  “Gli scribi e i farisei si sono seduti sul seggio di Mosè.  Perciò fate e osservate tutte le cose che vi dicono, ma non agite come loro, perché parlano ma non mettono in pratica quello che dicono.+  Legano pesanti carichi e li mettono sulle spalle degli uomini,+ ma loro non li vogliono muovere nemmeno con un dito.+  Tutto quello che fanno lo fanno per essere visti dagli uomini;+ infatti allargano gli astucci contenenti passi delle Scritture che portano come amuleti,+ e allungano le frange delle loro vesti.+  A loro piace avere i posti più importanti alle cene e i primi posti nelle sinagoghe,+  essere salutati nelle piazze ed essere chiamati ‘rabbi’ dagli uomini.  Ma voi non fatevi chiamare ‘rabbi’, perché uno solo è il vostro Maestro,+ e voi siete tutti fratelli.  Inoltre non chiamate nessuno ‘padre’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro,+ quello che è nei cieli. 10  E non fatevi chiamare ‘capi’, perché uno solo è il vostro Capo, il Cristo.+ 11  Ma il più grande fra voi dev’essere vostro servitore.+ 12  Chi si esalta sarà umiliato,+ e chi si umilia sarà esaltato.+ 13  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! Voi chiudete il Regno dei cieli davanti agli uomini; infatti non entrate voi e non lasciate entrare quelli che stanno per entrare.+ 14  [.⁠.⁠.] 15  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!+ Attraversate mare e terra per fare un proselito e, quando lo è diventato, lo rendete soggetto alla Geènna il doppio di voi. 16  “Guai a voi, guide cieche,+ che dite: ‘Se qualcuno giura per il tempio, non conta; ma se qualcuno giura per l’oro del tempio, è obbligato’.+ 17  Stolti e ciechi! In realtà, che cosa è più importante: l’oro o il tempio che ha reso sacro l’oro? 18  Dite anche: ‘Se qualcuno giura per l’altare,+ non conta; ma se qualcuno giura per l’offerta che c’è sopra, è obbligato’. 19  Ciechi! In realtà, che cosa è più importante: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? 20  Perciò chi giura per l’altare giura per esso e per tutto ciò che c’è sopra; 21  e chi giura per il tempio giura per esso e per Colui che lo abita;+ 22  e chi giura per il cielo giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra.+ 23  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! Voi date la decima della menta, dell’aneto e del cumino,+ ma avete trascurato le cose più importanti* della Legge, cioè la giustizia,+ la misericordia+ e la fedeltà.* È vero che quelle cose andavano fatte, ma senza trascurare queste altre.+ 24  Guide cieche,+ che filtrate il moscerino+ ma inghiottite il cammello!+ 25  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! Voi pulite l’esterno del bicchiere e del piatto,+ che però all’interno sono pieni di avidità*+ e sfrenatezza.+ 26  Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere e del piatto, così che anche l’esterno sia pulito. 27  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!+ Voi assomigliate a sepolcri imbiancati,+ che di fuori effettivamente appaiono belli ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni tipo d’impurità. 28  Allo stesso modo, voi di fuori apparite giusti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e illegalità.+ 29  “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti!+ Voi costruite i sepolcri dei profeti e adornate le tombe dei giusti,+ 30  e dite: ‘Se fossimo vissuti ai giorni dei nostri antenati, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti’. 31  Così testimoniate contro voi stessi di essere figli di quelli che assassinarono i profeti.+ 32  Ebbene, completate l’opera dei vostri antenati! 33  “Serpenti, razza di vipere,+ come sfuggirete al giudizio della Geènna?+ 34  Perciò, ecco, vi mando profeti,+ saggi e insegnanti.+ Alcuni li ucciderete+ e li metterete al palo, e alcuni li flagellerete+ nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete+ di città in città, 35  così che ricada su di voi tutto il sangue giusto versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele+ fino al sangue di Zaccarìa, figlio di Barachìa, che voi assassinaste fra il santuario e l’altare.+ 36  In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. 37  “Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti vengono mandati!+ Quante volte avrei voluto radunare i tuoi figli come la chioccia raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto.+ 38  Ecco, la vostra casa viene abbandonata e lasciata nelle vostre mani.+ 39  Vi dico infatti che da ora non mi vedrete più finché non direte: ‘Sia benedetto colui che viene nel nome di Geova!’”+

Note in calce

O “fede”.
Lett. “più pesanti”.
O “cose estorte”, “rapina”.

Approfondimenti

si sono seduti sul seggio di Mosè O “si sono autonominati sostituti di Mosè”, rivendicando presuntuosamente la sua autorità e facendosi interpreti della legge divina.

pesanti carichi Evidentemente in riferimento alle regole e alle tradizioni orali, che le persone facevano fatica a osservare.

non li vogliono muovere nemmeno con un dito Questa espressione potrebbe riferirsi al fatto che i capi religiosi non erano disposti a togliere nemmeno una piccola regola per rendere le cose più facili alle persone su cui avevano imposto pesanti carichi.

gli astucci contenenti passi delle Scritture che portano come amuleti O “i loro filatteri”. Questi piccoli astucci di cuoio contenevano quattro passi della Legge (Eso 13:1-10, 11-16; De 6:4-9; 11:13-21) ed erano portati da uomini ebrei sulla fronte e al braccio sinistro. Questa usanza affondava le sue origini in un’interpretazione letterale del comando di Dio agli israeliti riportato in Eso 13:9, 16; De 6:8; 11:18. Gesù condannò i capi religiosi perché allargavano i loro filatteri per fare colpo sugli altri e perché li consideravano erroneamente degli amuleti, o portafortuna, che li avrebbero protetti.

allungano le frange Come si legge in Nu 15:38-40, gli israeliti avevano ricevuto il comando di farsi orli frangiati alle vesti, ma gli scribi e i farisei, per mettersi in mostra, allungavano le loro frange più di tutti gli altri.

primi posti O “posti migliori”. Evidentemente i capi della sinagoga e gli ospiti di riguardo sedevano vicino ai rotoli delle Scritture, davanti agli occhi di tutta la congregazione. Questi posti d’onore erano probabilmente riservati a persone in vista come loro.

piazze O “luoghi di mercato”, “luoghi di raduno”. Il termine greco agorà è qui usato in riferimento a un luogo all’aperto dove anticamente nelle città e nei villaggi del Medio Oriente e del mondo greco-romano si comprava, si vendeva e si tenevano riunioni pubbliche.

rabbi Letteralmente significa “mio grande”, dall’ebraico rav, “grande”. Nell’uso comune “rabbi” significava “maestro” (Gv 1:38), ma finì per essere usato come titolo onorifico. Alcuni dotti, scribi e maestri della Legge pretendevano di essere chiamati con questo titolo.

padre Qui Gesù proibisce l’uso del termine “padre” come titolo religioso o formalistico per dare onore a uomini.

capi Il termine greco presente in questo versetto è sinonimo del termine reso “Maestro” nel v. 8; qui fa pensare a qualcuno che guida e istruisce, a un capo spirituale. Era probabilmente usato come titolo religioso.

Capo Dato che nessun essere umano imperfetto può essere il Capo spirituale dei veri cristiani, Gesù è l’unico ad avere il diritto di portare questo titolo. (Vedi l’approfondimento capi in questo versetto.)

il Cristo Nell’originale greco il titolo “Cristo”, che significa “Unto”, è qui preceduto dall’articolo determinativo, costruzione usata per indicare che Gesù era il Messia promesso, colui che aveva ricevuto un’unzione dal significato speciale. (Vedi approfondimenti a Mt 1:1; 2:4.)

Cristo Questo titolo deriva dal termine greco Christòs ed equivale a “Messia” (dall’ebraico mashìach); entrambi i titoli significano “Unto”. Nei tempi biblici i governanti venivano cerimonialmente unti con olio.

il Cristo Nell’originale greco il titolo “Cristo” è qui preceduto dall’articolo determinativo, costruzione evidentemente usata per mettere in risalto l’incarico di Gesù quale Messia.

servitore O “ministro”. La Bibbia usa spesso il termine greco diàkonos in riferimento a qualcuno che non si risparmia nel servire umilmente gli altri. Questo termine è usato per descrivere Cristo (Ro 15:8), i ministri o servitori cristiani (1Co 3:5-7; Col 1:23), i servitori di ministero (Flp 1:1; 1Tm 3:8), oppure i domestici (Gv 2:5, 9) e i funzionari governativi (Ro 13:4).

servitore O “ministro”. (Vedi approfondimento a Mt 20:26.)

Guai a voi Questo è il primo di una serie di sette guai che Gesù pronunciò contro i capi religiosi dei suoi giorni; in queste dichiarazioni li definì ipocriti e guide cieche.

ipocriti Vedi approfondimento a Mt 6:2.

chiudete il Regno O “chiudete la porta del Regno”, nel senso che impedivano alle persone di entrarvi.

ipocriti In origine il termine hypokritès si riferiva agli attori del teatro greco (e in seguito romano) che indossavano grandi maschere realizzate in modo tale che la voce venisse amplificata. Questo termine finì per essere usato in senso metaforico in riferimento a chi, simulando, nascondeva le sue vere intenzioni e la sua personalità. Qui Gesù definisce “ipocriti” i capi religiosi ebrei (Mt 6:5, 16).

Alcuni manoscritti aggiungono le parole: “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; per questo motivo subirete un giudizio più severo”. I manoscritti più antichi e autorevoli, però, omettono questo versetto. In ogni caso, si trovano parole simili nel testo ispirato di Mr 12:40 e Lu 20:47. (Vedi App. A3.)

proselito O “convertito”. Il termine greco prosèlytos designa un non ebreo convertitosi al giudaismo; nel caso degli uomini, la conversione implicava la circoncisione.

soggetto alla Geenna Lett. “figlio di Geenna”, in riferimento a una persona che merita la distruzione eterna. (Vedi Glossario, “Geenna”.)

Stolti e ciechi! Nell’uso biblico il termine “stolto” si riferisce in genere a chi si rifiuta di agire in modo ragionevole e ha un comportamento che non tiene conto dei princìpi morali e che non è in armonia con le giuste norme di Dio.

la decima della menta, dell’aneto e del cumino Sotto la Legge mosaica, gli israeliti dovevano pagare la decima del raccolto (Le 27:30; De 14:22). La Legge non comandava esplicitamente di dare la decima di erbe come la menta, l’aneto e il cumino. Comunque qui Gesù non stava attaccando la tradizione. Stava piuttosto rimproverando gli scribi e i farisei perché si concentravano su dettagli minori della Legge invece di promuovere i princìpi su cui si basava, come la giustizia, la misericordia e la fedeltà.

che filtrate il moscerino ma inghiottite il cammello Il moscerino e il cammello erano rispettivamente uno degli animali impuri più piccoli e uno dei più grandi tra quelli noti agli israeliti (Le 11:4, 21-24). Gesù usò questa iperbole con un tocco di ironia per descrivere ciò che facevano i capi religiosi: filtravano quello che bevevano perché non fosse reso cerimonialmente impuro da un moscerino, ma ignoravano le cose più importanti della Legge, un po’ come se ingoiassero un cammello.

sepolcri imbiancati In Israele c’era l’usanza di imbiancare le tombe con la calce perché coloro che vi passavano vicino le notassero e non le toccassero inavvertitamente, diventando così impuri dal punto di vista cerimoniale (Nu 19:16). La Mishnàh (Sheqalìm 1:1) dice che le tombe venivano imbiancate ogni anno, un mese prima della Pasqua. Gesù usò questa espressione come metafora dell’ipocrisia degli scribi e dei farisei.

illegalità Vedi approfondimento a Mt 24:12.

malvagità Il termine greco qui presente (reso a seconda del contesto “illegalità”, “malvagità” o “trasgressione della legge”) include l’idea di violazione e disprezzo della legge; denota l’atteggiamento di chi agisce come se non esistesse alcuna legge. Per come è usato nella Bibbia, il termine dà l’idea di totale indifferenza per le leggi di Dio (Mt 7:23; 2Co 6:14; 2Ts 2:3-7; 1Gv 3:4).

tombe O “tombe commemorative”. (Vedi Glossario, “tomba commemorativa”.)

completate l’opera dei vostri antenati Lett. “colmate la misura dei vostri padri”. Il senso proprio di questa espressione idiomatica è “colmare un recipiente che qualcun altro ha iniziato a riempire”. Gesù non sta realmente comandando a quei capi ebrei di finire quello che i loro antenati hanno iniziato. Questo ironico comando è un modo per predire che lo uccideranno, proprio come i loro antenati hanno ucciso i profeti di Dio nell’antichità.

Serpenti, razza di vipere Satana, “l’antico serpente” (Ri 12:9), è in senso spirituale il progenitore di coloro che si oppongono alla vera adorazione. Gesù aveva quindi buone ragioni per definire quei capi religiosi “serpenti, razza di vipere” (Gv 8:44; 1Gv 3:12). Quegli uomini causavano danni spirituali che potevano portare alla morte chi era influenzato dalla loro malvagità. Anche Giovanni Battista usò l’espressione “razza di vipere” (Mt 3:7).

Geenna Vedi approfondimento a Mt 5:22 e Glossario.

Geenna La parola “Geenna” viene dall’espressione ebraica geh hinnòm, che significa “valle di Innom”, la quale è ubicata a S e SO del sito dell’antica Gerusalemme. (Vedi App. B12, cartina “Gerusalemme e dintorni”.) Al tempo di Gesù questa valle era un luogo in cui venivano bruciati i rifiuti, il che ne faceva un simbolo calzante di distruzione completa. (Vedi Glossario.)

insegnanti O “persone istruite”. Il termine greco grammatèus è reso “scriba” quando si riferisce a uno dei maestri ebrei esperti della Legge, ma qui Gesù sta parlando dei suoi discepoli, che avrebbe mandato a insegnare ad altri.

sinagoghe Vedi Glossario.

dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria Questa espressione di Gesù includeva tutti i testimoni di Geova assassinati di cui si parla nelle Scritture Ebraiche, da Abele, menzionato nel primo libro (Gen 4:8), a Zaccaria, menzionato in Cronache (2Cr 24:20), l’ultimo libro del canone ebraico tradizionale. Perciò, quando disse ‘da Abele a Zaccaria’, Gesù intendeva dire “dal primo all’ultimo”.

figlio di Barachia In base a 2Cr 24:20, questo Zaccaria era “figlio del sacerdote Ieoiada”. È stato ipotizzato che Ieoiada avesse due nomi, come nel caso di altre persone menzionate nella Bibbia (confronta Mt 9:9 con Mr 2:14), oppure che Barachia fosse il nonno o un altro antenato di Zaccaria.

che voi assassinaste Anche se quei capi religiosi ebrei non avevano effettivamente ucciso Zaccaria, Gesù li ritenne colpevoli perché avevano la stessa inclinazione a uccidere dei loro antenati (Ri 18:24).

fra il santuario e l’altare In 2Cr 24:21 si legge che Zaccaria fu assassinato “nel cortile della casa di Geova”. L’altare degli olocausti si trovava nel cortile interno, di fronte all’ingresso del santuario. (Vedi App. B8.) Questo corrisponderebbe al luogo in cui Gesù collocò l’avvenimento.

In verità In greco amèn, traslitterazione dell’ebraico ʼamèn, che significa “così sia” o “di sicuro”. Gesù usa spesso il termine per introdurre un’affermazione, una promessa o una profezia, sottolineandone così la veracità e l’attendibilità. Pare che questo uso di “in verità” (o amen) da parte di Gesù sia unico nella letteratura sacra. Quando il termine è ripetuto in successione (amèn amèn), come avviene nel Vangelo di Giovanni, l’espressione usata da Gesù è resa “in verità, sì, in verità”. (Vedi approfondimento a Gv 1:51.)

In verità Vedi approfondimento a Mt 5:18.

Gerusalemme, Gerusalemme In base a Lu 13:34, Gesù aveva fatto un’affermazione del genere qualche tempo prima in Perea. L’affermazione riportata in questo versetto, però, fu fatta da Gesù l’11 nisan, durante l’ultima settimana del suo ministero terreno. (Vedi App. A7.)

ecco Il termine greco idoù, qui reso “ecco”, è spesso usato per attirare l’attenzione del lettore su quello che segue, perché immagini la scena o colga un particolare della narrazione. È anche utilizzato per dare enfasi o per introdurre qualcosa di nuovo o sorprendente. Nelle Scritture Greche Cristiane il termine ricorre con una particolare frequenza nei Vangeli di Matteo e Luca e nel libro di Rivelazione. Spesso nelle Scritture Ebraiche è usato un termine corrispondente.

Ecco Vedi approfondimento a Mt 1:20.

casa In riferimento al tempio.

viene abbandonata e lasciata nelle vostre mani Alcuni antichi manoscritti aggiungono la parola “desolata”, e l’intera espressione potrebbe quindi essere tradotta “vi è lasciata desolata”.

Geova Nell’originale ebraico di Sl 118:26, qui citato, compare il nome divino trascritto con quattro consonanti ebraiche (traslitterate YHWH). (Vedi App. C.)

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Astuccio contenente passi delle Scritture o filatterio
Astuccio contenente passi delle Scritture o filatterio

La parola filatterio si riferisce a un piccolo astuccio di cuoio contenente strisce di pergamena con su scritto quattro passi delle Scritture: Eso 13:1-10, 11-16; De 6:4-9; 11:13-21. Qualche tempo dopo il ritorno dall’esilio babilonese, tra gli ebrei si diffuse la consuetudine che gli uomini indossassero questi astucci durante la preghiera del mattino, tranne nelle feste e il Sabato. Nella foto si può vedere un filatterio originale, risalente al I secolo, che è stato rinvenuto in una delle grotte di Qumran. Il disegno accanto alla foto dà un’idea di come poteva essere all’epoca un filatterio.

I posti più importanti alle cene
I posti più importanti alle cene

Nel I secolo era comune che in occasione di un pasto ci si mettesse sdraiati attorno al tavolo. I commensali stavano reclinati sul fianco sinistro, con il gomito sinistro appoggiato a un cuscino, e mangiavano con la mano destra. Secondo la consuetudine del mondo classico, una tipica sala da pranzo aveva tre divani, o letti, disposti attorno a un tavolo basso. I romani la chiamavano triclinium (da un termine greco che indicava una stanza con, appunto, “tre letti”). In genere con questa disposizione potevano starci nove persone, tre a divano, ma diventò comune usare divani più lunghi per più persone. Tradizionalmente a ogni divano corrispondeva un grado di onore: più basso (A), medio (B) e più elevato (C). Anche la disposizione dei commensali sui divani rifletteva il grado di importanza. Una persona era considerata superiore a chi stava alla sua destra e inferiore a chi stava alla sua sinistra. A un banchetto più formale il padrone di casa di solito sedeva all’estrema sinistra (1) del divano con il grado di onore più basso. Il posto d’onore era nel divano centrale all’estrema destra (2). Anche se non è chiaro fino a che punto gli ebrei adottarono questa usanza, sembra che Gesù alludesse proprio a questa consuetudine quando insegnò ai suoi discepoli l’importanza dell’umiltà.

I primi posti nella sinagoga
I primi posti nella sinagoga

La ricostruzione presentata in questo video è in parte basata sui resti di una sinagoga del I secolo ritrovati a Gamala (Gamla), località circa 10 km a nord-est del Mar di Galilea. Nessuna sinagoga del I secolo è giunta intatta ai nostri giorni, quindi non si può sapere con certezza come fossero strutturate. Questa rappresentazione include alcuni degli aspetti che erano probabilmente presenti in molte sinagoghe di quel tempo.

1. I primi posti, o posti migliori, potevano trovarsi sulla pedana su cui saliva chi parlava o nelle immediate vicinanze.

2. La pedana dalla quale venivano lette le Scritture aveva una collocazione che forse variava da una sinagoga all’altra.

3. I gradini lungo le pareti potevano essere occupati da persone con una posizione di riguardo nella comunità. Gli altri probabilmente si sedevano sul pavimento sopra a delle stuoie. Sembra che la sinagoga di Gamala avesse quattro file di posti a sedere.

4. L’arca era la teca in cui venivano conservati i rotoli sacri e poteva trovarsi sulla parete in fondo.

La disposizione riguardante i posti a sedere nella sinagoga ricordava costantemente ai presenti che alcuni avevano una posizione superiore rispetto ad altri, argomento di cui spesso dibatterono i discepoli di Gesù (Mt 18:1-4; 20:20, 21; Mr 9:33, 34; Lu 9:46-48).

Sinagoga del I secolo
Sinagoga del I secolo

Questa ricostruzione, che include alcuni elementi presenti in una sinagoga del I secolo rinvenuta a Gamala (o Gamla, località circa 10 km a nord-est del Mar di Galilea), dà un’idea di come poteva essere una sinagoga dell’epoca.

La Valle di Innom (Geenna)
La Valle di Innom (Geenna)

La Valle di Innom, chiamata Geenna in greco, è una valle ubicata a sud e sud-ovest del sito dell’antica Gerusalemme. Al tempo di Gesù era un luogo in cui venivano bruciati i rifiuti, il che ne faceva un simbolo calzante di distruzione completa.

La Valle di Innom oggi
La Valle di Innom oggi

Nella foto si possono notare (1) la Valle di Innom, chiamata Geenna nelle Scritture Greche Cristiane, e (2) il Monte del Tempio, dove sorgeva il complesso del tempio ebraico nel I secolo. Oggi la struttura più rilevante su questa area è un santuario islamico noto come Cupola della Roccia. (Vedi App. B12, cartina.)

Menta, aneto e cumino
Menta, aneto e cumino

Sin dall’antichità la menta è stata usata in medicina e per insaporire i cibi. La parola greca originale (hedỳosmon) sembra includere diverse varietà di menta presenti in Israele e Siria, tra cui il mentastro (Mentha longifolia). L’aneto (Anethum graveolens) viene coltivato per i semi aromatici molto apprezzati sia in cucina che come rimedio contro i disturbi di stomaco. La pianta del cumino (Cuminum cyminum), della famiglia delle Ombrellifere, è nota soprattutto per i semi fortemente aromatici, che vengono usati in Medio Oriente e in altri paesi come spezia per aromatizzare pane, dolci, stufati e anche liquori.

Cammello
Cammello

Al tempo di Gesù, questo animale era il più grande mammifero addomesticato della regione. Quando la Bibbia parla di cammelli si pensa faccia riferimento a dromedari (Camelus dromedarius), che a differenza dei cammelli propriamente detti hanno una sola gobba. La prima volta che la Bibbia menziona dei cammelli è a proposito di Abraamo. Dice infatti che, nel periodo in cui si stabilì temporaneamente in Egitto, ricevette un certo numero di queste bestie da soma (Gen 12:16).

Vipera cornuta
Vipera cornuta

Sia Giovanni Battista che Gesù definirono gli scribi e i farisei “razza di vipere”; il motivo è che procuravano a persone ignare danni spirituali paragonabili a veleno mortale (Mt 3:7; 12:34). L’immagine mostra una vipera cornuta (ceraste cornuto), caratterizzata da un cornetto a punta sopra ciascun occhio. Altre vipere pericolose presenti in Israele sono la vipera dal corno (Vipera ammodytes) della valle del Giordano e la vipera palestinese (Vipera palaestina).

Flagello
Flagello

Lo strumento più terribile usato per sferzare era il flagellum. Consisteva di un’impugnatura a cui erano fissate diverse cordicelle o strisce di cuoio. Queste ultime erano probabilmente appesantite da pezzetti appuntiti di osso o di metallo per rendere i colpi più dolorosi.

Una chioccia con i suoi pulcini
Una chioccia con i suoi pulcini

Servendosi di un’immagine toccante, Gesù paragonò la sua premura per gli abitanti di Gerusalemme all’istinto protettivo di una chioccia che offre riparo ai suoi piccoli sotto le proprie ali. Questo esempio, come pure il riferimento di Gesù a un figlio che chiede un uovo a suo padre (Lu 11:11, 12), indica che nel I secolo la gallina era un animale comune in Israele. Anche se il termine greco òrnis, usato in Mt 23:37 e in Lu 13:34, può riferirsi a qualsiasi uccello, selvatico o domestico, in questo contesto sembra indicare la gallina, il più comune e il più utile dei volatili domestici.